WhatsappPagina Instagram SEGUICI SU FACEBOOK

SERVIZI

INFO AZIENDA >> AVVISI
<< Prec :: Succ >>

La data di scadenza dei prodotti preconfezionati: tutto ciò che serve sapere

Come viene assegnata la data di scadenza dei prodotti preconfezionati? Vendere prodotti preconfezionati scaduti è reato?

Data di scadenza del cibo superata: si può mangiare? è reato vendere prodotti scaduti?

La durata di conservazione di un prodotto preconfezionato esposto in vendita è un aspetto di particolare interesse, date le sue complessità. Ma cosa definisce questa durata di conservazione e quando ci si espone a sanzioni in caso di violazione delle normative?

Il Regolamento dell'Unione Europea 1169/11, abrogando il Decreto Legislativo 109/92, ha superato il concetto di "preconfezionato," sebbene quest'ultimo sia ancora ampiamente utilizzato nel linguaggio comune.

L'"alimento preimballato" è considerato l'unità di vendita destinata a essere presentata come tale al consumatore finale e alla comunità (ovvero qualsiasi struttura, come ristoranti, mense, scuole, ospedali e aziende di ristorazione, inclusi veicoli o punti di vendita fissi o mobili): si tratta di un prodotto alimentare rivestito dall'imballaggio in cui è stato confezionato prima di essere messo in vendita. L'imballaggio può coprire completamente o parzialmente l'alimento, ma in ogni caso, il contenuto non può essere alterato senza aprire o modificare l'imballaggio. Sono esclusi da questa categoria gli alimenti confezionati nei luoghi di vendita su richiesta del consumatore o quelli preimballati per la vendita diretta.

Ciò che è previsto dall'articolo 19 del Decreto Legislativo n. 231/2017 si applica a ciò che comunemente veniva definito "prodotti alla rinfusa," ma che ora può essere ricondotto ai seguenti prodotti:

  • Prodotti alimentari offerti in vendita al consumatore finale o alle collettività senza imballaggio (prodotti definibili "alla rinfusa" in senso comune).
  • Prodotti imballati nei luoghi di vendita su richiesta del consumatore (prodotti esposti alla rinfusa ma imballati quando il consumatore li acquista).
  • Prodotti preconfezionati per la vendita diretta (prodotti che in alcuni reparti, specialmente nella grande distribuzione, vengono porzionati ed avvolti in confezioni, come cellophane o polistirolo, in modo che il consumatore possa acquistarli direttamente in libero servizio senza richiedere il frazionamento da un prodotto di dimensioni maggiori).

La determinazione della durata di conservazione di un prodotto preconfezionato è responsabilità dei produttori e dipende da vari fattori, tra cui il trattamento tecnologico, la qualità delle materie prime, il tipo di lavorazione, le condizioni di conservazione e l'imballaggio. Le aziende devono condurre prove di laboratorio, come studi di Shelf-Life, sui propri prodotti per misurare la crescita microbica e valutare quando i valori organolettici e nutrizionali iniziano a modificarsi in modo significativo.

Nel caso dei prodotti preconfezionati, la preparazione parte da un prodotto integro con una data di scadenza specifica indicata dal fornitore. Tuttavia, una volta aperta la confezione, tutte le garanzie del fornitore decadono. Di conseguenza, l'azienda che introduce un "nuovo" prodotto preconfezionato ha una durata di conservazione più limitata e deve condurre nuove analisi di laboratorio e studi di Shelf-Life per determinare una nuova durata di vita utile, considerando il nuovo imballaggio, la temperatura di conservazione e l'eventuale manipolazione.

Per quanto riguarda i prodotti alla rinfusa, come la pasta fresca, è obbligatorio riportare la data di scadenza sull'etichetta. Per gli altri prodotti alla rinfusa, non è obbligatorio indicare una data di scadenza, ma è importante valutare la durata di conservazione del prodotto esposto. Questa informazione deve essere documentata nel manuale HACCP e specificare dopo quanto tempo il prodotto deve essere rimosso dalla vendita se ha superato la "scadenza" interna. Questa valutazione avviene attraverso studi di Shelf-Life.

La vendita di prodotti scaduti è reato?

La Cassazione ha stabilito che la vendita di prodotti alimentari confezionati, che riportano l'indicazione "da consumarsi preferibilmente entro il..." oppure "da consumarsi entro il..." e che abbiano superato tale data, non costituisce un reato, ma è considerato un illecito amministrativo. Tuttavia, ciò vale a meno che non sia stato dimostrato in modo concreto che il prodotto è stato conservato in modo non adeguato. Il cattivo stato di conservazione riguarda situazioni in cui le sostanze alimentari, pur essendo potenzialmente genuine e sane, si presentano mal conservate, cioè preparate o confezionate senza rispettare le prescrizioni relative all'igiene e alla conservazione, che sono stabilite per garantire la loro buona conservazione dal punto di vista igienico-sanitario e per prevenire i rischi di degradazione, contaminazione o alterazione precoce.

In conclusione, è fondamentale comprendere le definizioni e le procedure che regolano la durata di conservazione dei prodotti alimentari, sia quelli preconfezionati che quelli alla rinfusa, per garantire la sicurezza alimentare e rispettare le normative vigenti.

 

Autrice: Silvia Quattrocchi






<< Prec :: Succ >>
L'azienda ha beneficiato di fondi PO FESR 2014/2020 per la realizzazione del proprio programma di investimento rientrante nell'Azione 5.1.2_02 del PO FESR 2014/2020. PO FESR Sicilia 2014-2020: www.euroinfosicilia.it

Haccp OnLine